Oggi lottare per i diritti significa prima di tutto non accettare e
contrastare le spinte verso una recessione di welfare e di umanità. E'
incredibile che si debba ricordarlo alle istituzioni, visto che ad esse è stato
affidato il compito di tutelarli e promuoverli. I diritti umani e sociali non
sono "concessi" dalle istituzioni, che hanno legittimazione proprio e
soprattutto nella loro capacità di "riconoscerli" e salvaguardali. I diritti
come i doveri sono funzioni umane inalienabili. Non sono una concessione delle
amministrazioni. Il fatto stesso di poterli pensare in modo separato li rende
innaturali e manipolabili. Se il nostro sistema di welfare non vede futuro per
sé e per le persone a cui si rivolge è anche per l'incapacità di investire oltre
il paradigma dei diritti amministrati. E' un welfare degenerativo e inadeguato
per affrontare le sfide attuali, che invece richiedono soluzioni generative di
responsabilità e risorse, per dare speranza a tutti, a partire da chi ne ha più
bisogno.
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