In riferimento al documento sul fabbisogno, abbiamo già avuto modo di segnalare, (vedi nota), l’indispensabilità che la sua analisi sia successiva allo scioglimento di alcuni
nodi contenuti nelle delibere 1011 e 1195.
La
questione è nota. Le richieste avanzate, non solo le nostre, chiedono modifiche
sia riguardo gli standard (1011) che in merito alla ripartizione degli oneri
(1195). Ipotizzare dunque una definizione del fabbisogno senza aver sciolto
questo aspetto diventa impossibile e anche fuorviante.
Ciò, come
vi è noto riguarda, solo per fare alcuni esempi:
- la doppia tipologia
(legge 20/02) di centro diurno disabili (uno con previsione di standard e uno
no; uno con ripartizione secondo i LEA e altro con contributo
forfettario)
- il centro diurno per
minori disabili (che noi chiediamo debba essere eliminato)
- I due centri diurni
per anziani non autosufficienti (uno con previsione di standard e uno no; uno
con ripartizione secondo i LEA e altro con contributo forfettario)
- La funzione della
RSA anziani e demenze
- Le diverse tipologie
di residenzialità in tema di salute mentale (in riferimento agli standard
previsti e alla ripartizione degli oneri).
- La comunità socio
educativa riabilitativa (sia riguardo a standard che a ripartizione).
Sciolti
questi nodi, ogni servizio dovrà rispondere coerentemente alla sua funzione
(coerenza tra autorizzazione e funzione). Come è noto oggi per molte tipologie
di servizio ciò non accade (autorizzazione per disabilità e utilizzo per salute
mentale; autorizzazione per accoglienza abitativa, utilizzo per funzione
sociosanitaria) e questo provoca una lettura falsata della attuale situazione
dell’offerta.
Torniamo,
pertanto, ancora una volta a chiedere una previa e vera discussione sui punti
che sono stati oggetto delle proteste successive alla approvazione delle
delibere e che hanno determinato la riapertura del confronto attraverso la
costituzione del Tavolo.
Campagna,
Trasparenza e diritti
Comitato
Associazioni Tutela (CAT)
23 marzo 2014