La delibera, Marche. La dgr di ripristino del fondo sociale 2015 della regione Marche con la quale si finanziano interventi sociali dei Comuni per l’anno 2015 permette per alcune aree di intervento (in particolare disabilità e minori fuori famiglia) di non tagliare servizi comunali e dunque mantenere i servizi (ed è una buona notizia), ma conferma l’azzeramento (sostanziale) del fondo sociale regionale (ed è una cattiva notizia).
Il finanziamento che arriverà ai Comuni per
gli interventi sociali 2015, non si realizzerà infatti a motivo del
rifinanziamento del fondo sociale regionale.
Il sostanziale
mantenimento dei finanziamenti regionali del
2015 rispetto al 2014 (area disabilità e minori) è dovuto all’utilizzo di fondi nazionali e
fondi sanitari regionali, nel primo caso
anche per effetto di trascinamento (utilizzo fondi nazionali 2014), nel secondo
per scelta regionale di utilizzare fondi sanitari per interventi sociali
(assistenza scolastica, inserimento lavorativo, ecc….). E’ evidente che questa
situazione può sanare per un anno l’azzeramento dei circa 30 milioni di fondi
regionali, ma non può essere sostenibile oltre.
Va
ricordato inoltre che rimangono senza finanziamento regionale nel 2015 gli
interventi riguardanti le aree della povertà, immigrazione, ex detenuti, minori
e adulti sottoposti a provvedimenti autorità giudiziaria, oltre un drastico
ridimensionamento di quelli a favore della famiglia, asili nido compresi (per
complessivi diversi milioni di euro). Viene meno anche il finanziamento, anche
questo per milioni di euro, a sostegno
della gestione degli ambiti territoriali. Per compensazione si prevede un fondo
di riequilibrio per i Comuni di 7 milioni che attinge da stanziamenti
nazionali che sono, però, vincolati per la non autosufficienza.
A
ciò si aggiungono i problemi connessi con la mancata istituzione del fondo
solidarietà per sostenere gli utenti che sono chiamati a sostenere spese
aggiuntive, a partire dal 2015, per l’aumento delle rette in alcuni servizi
sociosanitari diurni e residenziali.
Va dunque
contrastato con ogni mezzo l’azzeramento del fondo sociale regionale. Sostenibile
per un anno ma non di più. Soprattutto va respinta con forza l’idea che non
possano esserci margini per la ricostituzione di un fondo sociale regionale e
che questo possa essere finanziabile solo con fondi nazionali. Considerato che
quelli sanitari devono essere destinati alla parte sanitaria dei servizi
sociosanitari. L’azzeramento del fondo sociale regionale non è una
scelta ineluttabile, altre regioni nel 2015 hanno agito diversamente.
La ricostituzione
di un fondo sociale regionale, insieme ad una rinnovata programmazione sociale,
rappresenta un esigenza irrinunciabile a partire dal bilancio 2016. Si
riproporrebbe altrimenti una situazione di emergenza. Si tratta di un
responsabilità che giunta e consiglio regionale debbono assumersi fin da
subito.
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