La delibera con la quale, nei giorni scorsi, la regione Marche ha definito lo standard di personale nei servizi per la salute mentale, anziani non autosufficienti, persone con demenza e disabili, crea le condizioni per una applicazione della normativa sui livelli essenziali di assistenza funzionale al contenimento dei costi della sanità ed all’aumento di quelli a carico degli utenti. Pesanti saranno le ripercussioni su utenti e comuni.
Seppur l’atto non definisce la ripartizione dei costi tra settore sanitario e sociale e quindi a carico di utenti e comuni, detta le indicazioni che verranno successivamente adottate:
- per molti servizi per disabili gravi sugli utenti e sui comuni graveranno oneri ampiamente superiori a quelli previsti dalla normativa nazionale. Molti “disabili gravi”, verranno considerati come “non gravi”, con oneri a loro carico maggiorati dal 30 al 50%.
- ugualmente per molti anziani non autosufficienti che frequentano i centri diurni il servizio sanitario non pagherà, come dovuto, il 50% del costo del servizio, ma rimborserà solo una piccola quota giornaliera,
- per malati anziani non autosufficienti anche gravi i tempi di permanenza nelle strutture residenziali vengono stabiliti senza tener conto della gravità delle condizioni,
- l’assistenza sociosanitaria domiciliare non viene presa in considerazione, nonostante la normativa nazionale obblighi il servizio sanitario a pagare il 50% del costo delle prestazioni,
- non vengono fissati i costi dei servizi, si lascia ancora una volta all’ASUR la definizione delle tariffe che continueranno ad essere diverse per identici servizi,
- si propone che tutte le strutture per disabili, anziani, soggetti con disturbi psichici, siano di 20 posti, accorpate con altre. Si sancirebbe in questo modo la fine dei modelli comunitari della stragrande maggioranza dei servizi per la disabilità e salute mentale.
Il Comitato associazioni tutela e la Campagna “Trasparenza e diritti” respinge con forza ogni tentativo di riorganizzare l’area sociosanitaria e di applicare i livelli essenziali delle prestazioni in funzione della riduzione dei diritti e delle tutele delle persone non autosufficienti. Come si temeva le proposte sono invece prioritariamente volte a contenere gli oneri a carico del servizio sanitario regionale riversandoli su utenti e Comuni. Come scrivevamo a ridosso dell’emanazione dell’atto, “le persone non autosufficienti nelle Marche pagano sulla loro pelle da molti anni l’inadeguata offerta di servizi; per guadagnare il tempo perduto e assicurare ciò di cui hanno bisogno e diritto è necessario agire in modo trasparente senza furtivi aggiramenti della vigente normativa”. E invece è proprio quello che è iniziato ad accadere.
Il Comitato associazioni tutela e la Campagna Trasparenza e diritti, cui aderiscono oltre 70 associazioni e importanti enti locali, cercheranno di contrastare in ogni modo il mancato rispetto della vigente normativa a tutto danno delle fasce più deboli della popolazione.
Comitato Associazioni Tutela
Campagna “Trasparenza e diritti”
11 luglio
2013
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