Cominciano a delinearsi i primi pesantissimi
effetti delle nuove norme regionali sui servizi sociosanitari rivolti ad
persone con demenza, anziani non autosufficienti, disabili, persone con
disturbi mentali (complessivamente circa 15.000 utenti). Dal primo gennaio
l’ASUR applica la delibera regionale sulle tariffe dei servizi sociosanitari. Enorme
l’aumento delle quote a carico degli utenti in molte RSA anziani pubbliche
nelle quali la quota passa da 33 a 42,50 euro al giorno. Un aumento del 30%,
pari a 285 euro mese.
Il
Comitato Associazioni Tutela e la Campagna “Trasparenza e diritti”, avevano
ripetutamente chiesto alla Regione Marche di non dare applicazione a questo
aumento in tutte le strutture che non garantiscono le basilari prestazioni
alberghiere come ad esempio, lavanderia, stireria. Una richiesta, rimasta, come
molte altre purtroppo inascoltata. Una disattenzione che qualifica l’attenzione
regionale nei confronti delle fasce più deboli della popolazione.
Con una nota inviata al presidente
della giunta regionale, le
organizzazioni aderenti ai Comitati chiedono alla Regione Marche di sospenderne
l’applicazione, fino a quando non verranno definite e assicurate le dovute
prestazioni alberghiere. Un provvedimento che ritengono di assoluto buon senso.
Le associazioni chiedono anche ai Comuni di intervenire, considerato che tale
aumento si ripercuoterà automaticamente anche sugli enti locali che saranno
tenuti a compensare le quote a carico di utenti non in grado di coprire tale
spesa.
Comitato
Associazioni Tutela e Campagna
Trasparenza e diritti, da tempo hanno messo in guardia sugli effetti per le
persone ed i servizi delle scelte regionali. Molte scelte potrebbero e potranno
essere riviste, ma perché ciò avvenga occorre la convinta mobilitazione e
pressione di molti. Consapevoli che i silenzi, equivalgono ad assensi.
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