Prendiamo la questione Centri diurni disabili (CSER). L’Accordo Regione/enti gestori stabilisce che la quota sanitaria dovuta (70% della tariffa) verrà corrisposta solo fino ad un massimo di 10 utenti dei CSER. Per gli “eccedenti”, l’Asur pagherà forfettariamente 15,10 euro e lo standard scenderà da 110 a 70 minuti. La quota sanitaria da 43,40 a 15,10. In un Centro diurno di 18 persone lo standard sarà di 92 minuti per ogni utente. Se già risulta sottostimata la tariffa di 62 (sui 70 Cd attivi) ipotizzando circa 40 euro per gli “eccedenti”, la tariffa media scenderà a poco più di 52 euro. Da una parte è palesemente illegittimo - con persone aventi identici bisogni – fissare amministrativamente la “quota piena”, solo per un massimo di 10 utenti. Dall’altra, inspiegabile, la firma delle cooperative (che gestiscono la gran parte di questi servizi) e del tutto autolesionista (se verrà apportata), quella di ANCI a nome dei Comuni, titolari della quasi totalità di questi servizi.
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