giovedì 14 gennaio 2016

Servizi sociosanitari per persone disabili. No ad illegittime richieste di contribuzione a carico degli utenti e all’abbassamento della qualità dei servizi

Negli ultimi giorni ripetute segnalazioni, estremamente preoccupanti, sono giunte alle nostre associazioni riguardo alla situazione, in particolare, dei centri diurni per persone con disabilità. Aumento delle rette a carico degli utenti accompagnate spesso anche da riduzione degli operatori in servizio con conseguente difficoltà a svolgere le attività previste.


La motivazione addotta dai Comuni è sempre la stessa: la Regione ha ridotto i finanziamenti per questi servizi (facendo riferimento alla delibera 1331/2014 che fissa le tariffe dei servizi sociosanitari), e per poter continuare a fornire il servizio occorre che gli utenti paghino la differenza (il Comune di Mondolfo ha addirittura scritto agli utenti comunicando che dal primo gennaio 2016 la retta a carico degli utenti sarà pari a 18,60 euro al giorno perché così stabilito dalla regione Marche). La riduzione del  personale, viene messa in relazione al finanziamento dei nuovi standard (sui quali avviene il finanziamento) che in molti casi sono più bassi di quelli attualmente erogati. E’ pertanto opportuno ricordare quanto segue.

a) La delibera 1331/2014, che le nostre associazioni hanno duramente contestato, è frutto di accordo con gli enti gestori dei servizi.  Tra questi anche i Comuni,  rappresentati dall’ANCI. Ci si chiede come mai i Comuni a distanza di oltre un anno si accorgono ora degli effetti di questa delibera per un servizio come il Centro diurno. Di cosa si sono occupati in tutto questo tempo? Tanto più che ripetutamente le nostre associazioni hanno messo in guardia rispetto ad alcuni pesanti effetti, in particolare riguardo il trasferimento “amministrativo” di disabili gravi in non gravi con contestuale riduzione delle quota a carico dell’Asur da 43,40 a 15,10 euro giorno.

b) Tutti i Comuni delle Marche che gestiscono Centri diurni per disabili, hanno firmato alla fine del 2015 la Convenzione con l’ASUR. Non risulta che alcuno si sia rifiutato di sottoscriverla o abbia protestato.

c) Quanto alle richieste di aumento di compartecipazione a carico degli utenti, i Comuni sanno che per i servizi sociosanitari la contribuzione deve essere richiesta applicando la normativa in materia di Isee e dunque non può darsi alcun automatico trasferimento agli utenti delle maggiori quote che i Comuni si trovano eventualmente a dover assumere. Si ricorda che nel caso di persona con grave disabilità deve essere considerato il cosiddetto “isee sociosanitario” e nel caso in cui la  persona non abbia né coniuge, né figli, il reddito da considerare è quello individuale e non familiare. Un reddito (valori Isee) che, in questi casi, è molto vicino allo zero.

Il rischio concreto che abbiamo davanti è un progressivo depauperamento del nostro sistema di servizi. Con abbassamento della qualità degli interventi e richieste di illegittimi  oneri ad utenti, che aprono anche le porte anche al possibile abbandono dei servizi.

La Regione Marche non può chiamarsi fuori da quello che sta succedendo; è inaccettabile trovarsi di fronte ad effetti di questo tipo, lasciando le persone disabili e loro  famiglie  in situazioni come queste. Va ricordato, inoltre, che da oltre un anno (gennaio 2015), a centinaia di utenti ricoverati in strutture residenziali per disabili viene chiesto il pagamento di una retta di oltre 1000 euro mese. La Regione Marche si era impegnata ad istituire un fondo a sostegno delle famiglie che ad oggi continua a rimanere una promessa.


                                                            Campagna Trasparenza e diritti
                                                       Comitato Associazioni Tutela

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