Oltre 60 organizzazioni del terzo settore (associazioni di volontariato, di utenti, di promozione sociale, cooperative, operatori) della regione Marche, tra queste più di 10 federazioni regionali (dal Coordinamento regionale delle comunità di accoglienza alle centrali delle cooperative, Federsolidarietà e Legacoop sociali, Dalla Unione delle Istituzioni di assistenza, alle più importanti federazioni delle associazioni dei malati), una Provincia (Fermo), cinque Comuni (Jesi, Falconara, Senigallia, Ascoli Piceno, Maiolati Spontini), un Ambito territoriale (Jesi), l’Ufficio del difensore civico regionale. Nei prossimi giorni si pronunceranno a sostegno della Campagna altri importanti Consigli Comunali della Regione. Un proficuo incontro si è svolto anche con le segreterie regionali confederali e con le federazioni dei pensionati al fine di verificare possibili iniziative comuni. Una Campagna che ha preso avvio con la sottoscrizione di un appello nel quale si chiede alla Regione Marche di applicare la normativa nazionale sui livelli essenziali di assistenza e di regolamentare – in maniera partecipata – i servizi socio sanitari rivolti alle fasce più deboli della popolazione: persone con grave disabilità, soggetti con demenza o problematiche psichiatriche, anziani malati non autosufficienti.
Dopo un primo incontro avuto ai primi di ottobre 2012, con l’assessore alla salute, Mezzolani, il quale riconosciute le difficoltà presenti si era impegnato ad un primo confronto da realizzarsi entro lo stesso mese, da parte della Regione non c’è più stata alcuna convocazione. Intanto cresce l’adesione alla Campagna, anche da parte degli enti locali che si trovano spesso ad assumere oneri che in base alla normativa sui livelli essenziali di assistenza dovrebbero essere di competenza del servizio sanitario.
La Campagna chiede inoltre una regolamentazione di questi servizi in modo che tutti i cittadini della Regione Marche abbiano la stessa possibilità di accedere ai servizi che devono essere uniformati anche riguardo organizzazione, figure professionali e costi. Oggi nella nostra Regione, non solo non esiste uniformità di offerta di servizi (domiciliari diurni e residenziali), ma gli stessi presentano importanti difformità di tipo organizzativo a causa di mancate disposizione regionali. In questa situazione, nelle convenzioni che l’Azienda sanitaria unica regionale stipula con i gestori dei servizi, si constata la volontà di ridurre le spese trasferendole sugli utenti o sui Comuni. Una situazione particolarmente evidente nei servizi residenziali di salute mentale in quelli diurni e residenziali per persone con grave disabilità.
Si è invece in presenza di una situazione caratterizzata da discrezionalità che rischia di sfociare nel clientelismo. Intervenire nelle direzioni indicate dalla Campagna determinerebbe che in tutto il territorio regionale gli utenti possono avere identiche condizioni di accesso e la possibilità di fruire di ciò che hanno bisogno. Servizi obbligatori per legge di cui le persone hanno esigenza e diritto.
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