E’
raggelante la lettura del documento istruttorio di una determina (397/2014)
dell’Azienda sanitaria unica regionale (ASUR) delle Marche nella quale si
dispone l’inserimento di una persona che oggi ha 78 anni, in una residenza protetta (non
convenzionata), per anziani non autosufficienti, internata bambina a 9 anni e rinchiusa per
sessantanni.
Vale la pena riportare il pezzo per intero “La suddetta paziente è stata ricoverata presso l’O.N.P.
di Macerata il 22/9/1945, all’età di 9 anni, fino all’ingresso in comunità (…)
Alla dimissione dall’ex Crass di Macerata la diagnosi era “Psicosi delirante in
oligofrenia, ipertensione arteriosa, deficit intellettivo medio-grave”.
L’ingresso in ONP fu, probabilmente determinato dal fatto che la paziente era
orfana e il tentativo di adozione da parte di una famiglia non andò a buon
fine”.
A 9 anni si poteva entrare in
manicomio soltanto perché orfani; questa persona ne è uscita dopo 53 anni, nel
1998. Ha vissuto poi in una comunità protetta per persone con disturbi mentali e
nel 2013 è stata trasferita in una residenza protetta per anziani non
autosufficienti.
Storie
tragiche da raccontare. Vite spezzate. Questo accadeva in Italia fino
a pochissimo tempo fa dove sono ancora aperti
gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ultimi baluardi del sistema
manicomiale.
Gruppo Solidarietà
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