lunedì 6 agosto 2012

Per capire meglio la campagna Trasparenza e diritti

proponiamo una sintetica scheda per chiarire contenuti ed obiettivi della campagna, approfondendone alcuni aspetti:
Le motivazioni della campagna Trasparenza e diritti. 
I livelli essenziali di assistenza sociosanitaria
La regolamentazione dei servizi sociosanitari
Due esempi: l’incoerenza tra classificazione e funzione dei servizi e l’assistenza tutelare
Come si sviluppa la Campagna


 
 Le motivazioni della campagna Trasparenza e diritti.
La Campagna nasce dalla constatazione della inadeguatezza delle risposte che ricevono le persone che, nelle Marche, necessitano di servizi domiciliari, diurni e residenziali rivolti a persone non autosufficienti (persone con disturbi mentali, soggetti con disabilità grave, persone colpite da gravi malattie degenerative, anziani non autosufficienti comprese persone affette da demenze). Chiediamo alla Regione di definire in maniera univoca misura e funzionamento dei servizi socio-sanitari, in modo che siano uniformi sul territorio; di farlo attraverso un percorso partecipato e specificando standard, tariffe e soggetti che debbono pagare. Si tratta di definire i diritti degli utenti, ai quali corrispondono obblighi delle istituzioni. Al contrario avviene che i servizi vengono adeguati a ciò che il sistema amministrativo ritiene di poter garantire. Una logica ed una pratica che determinano il razionamento occulto dei servizi (e dei relativi diritti).


I livelli essenziali di assistenza sociosanitaria
Esistono prestazioni che il sistema sanitario è tenuto per legge (L. 289/2002) a garantire in tutto il territorio nazionale; sono a carico, del tutto o in parte, del sistema sanitario nazionale e non possono essere condizionati dalle risorse disponibili. Quando è prevista una compartecipazione dell’utente, questa può essere a carico del Comune se il suo reddito è insufficiente; a seconda delle condizioni della persona cambiano i criteri di compartecipazione tra sanità e utente/Comune (es. per un disabile grave che fruisce di un servizio diurno o residenziale la sanità deve pagare il 70% e l’utente/Comune il 30). Se i criteri previsti non vengono applicati correttamente e con trasparenza la distribuzione delle risorse diventa iniqua.

La regolamentazione dei servizi sociosanitari
Gli ospedali sono presenti in ogni territorio e le prestazioni previste sono accessibili. La stessa cosa non vale per i servizi socio-sanitari. Per esempio se sul territorio non ci sono posti disponibili per un certo tipo di servizio residenziale, l’accesso a quel servizio può diventare impossibile. Occorre dunque definire fabbisogno (numero complessivo e articolazione territoriale dei servizi), standard (in maniera che a identica classificazione corrispondano identiche prestazioni), tariffe (ai medesimi standard debbono corrispondere medesimi costi).

Due esempi: l’incoerenza tra classificazione e funzione dei servizi e l’assistenza tutelare
Se strutture autorizzate per una tipologia di utenti (es. disabili) ne accolgono altri (es. soggetti con patologia psichiatrica), oppure strutture autorizzate per erogare un determinato livello di assistenza accolgono persone che necessitano di una diversa intensità assistenziale (ad esempio strutture previste per persone con buona autonomia ospitano persone che necessitano di assistenza continua), non solo gli utenti non vengono assistiti adeguatamente e/o pagano tariffe ingiuste, ma i dati che risultano “sulla carta” non sono rispondenti alla  effettiva realtà dei servizi; l’intera programmazione regionale è conseguentemente alterata.
Su un altro versante, se una prestazione sociosanitaria come l’assistenza tutelare viene erogata nell’ambito di servizi di assistenza domiciliare dei Comuni, quello che dovrebbe essere pagato per metà dal sistema sanitario viene pagato interamente dai Comuni e dagli utenti.

Come si sviluppa la Campagna
L’appello è stato lanciato da un Comitato promotore costituito da 44 organizzazioni in rappresentanza di utenti, operatori, volontariato, gestori. Successivamente vi hanno aderito altri soggetti; nuove adesioni continuano ad arrivare. Si tratta ora di far capire l’importanza della posta in gioco, in particolare ai Comuni (abbiamo anche predisposto una bozza di ordine del giorno). Confidiamo che la Campagna sia sostenuta anche dai sindacati. Speriamo di ricevere ascolto dai rappresentanti della Regione (in particolare Assessore alla salute e Quinta commissione consiliare). Vorremmo organizzare incontri nei territori al fine di far conoscere meglio gli obiettivi della campagna e le motivazioni che ne sono alla radice.
Se abbiamo l’esigenza di tematizzare queste questioni è perché vogliamo che i bisogni delle persone – alcuni dei quali sono veri e propri diritti – trovino risposte concrete e convincenti a livello organizzativo, amministrativo e normativo. Pensiamo che oggi sia possibile, oltre che necessario, anche grazie a questo richiamo al buon senso da parte di chi opera “sul campo”.

Riferimenti
blog http://leamarche.blogspot.it/
Testo dell’appello testo dell'appello
Proposta di ordine del giornoproposta di ordine del giorno

Per informazioni la segreteria della Campagna è presso la sede del Gruppo Solidarietà in Via Fornace 23, 60030 Moie di Maiolati (An). Tel e fax 0731-703327, e-mail: grusol@grusol.it.  

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